Namasté, sono Tite Togni, insegnante certificata iyengar yoga e ideatrice di Yoga per runners.
La prima volta che ho praticato yoga ero lontana dall’Italia, lontana da tutto.Studiavo in America, avevo un sacco di dolori alla schiena e al collo. Lì qualcuno ebbe la bellissima idea di dirmi: “Non prendere niente, vai a fare yoga”.
Così ho iniziato e non ho più smesso.

La seconda tappa è stata diventare insegnante certificato e scoprire il mondo dell’Iyengar Yoga. La terza tappa è stata una cosa interessantissima che ha messo insieme tutto. Avendo un passato di sportiva, prima con il pattinaggio sul ghiaccio e poi con la corsa (ora corro sempre di più, preferibilmente in montagna) ho scoperto il potere vitale dello yoga per lo sport. Mi sono interrogata sulla compatibilità dello yoga con lo sport e mi sono risposta:
“Utilizzando l’energia lo Yoga prepara il corpo che poi viene utilizzato nello sport. Poi fa recuperare le energie che vengono spese dello sport”.

La prima forma di “aiuto” dello yoga nella vita e quindi anche nello sport, è che esso serve a fare bene quello per cui ci si sente fatti. La pratica dello yoga, innanzitutto, ti tiene sempre molto umile e poi non ti fa assolutamente avere paura di osservarti all’interno. Il che vuol dire tenere monitorizzato l’andamento energetico, perché nulla è fisso e tutto continua a fluire.
Di conseguenza se tu sei consapevole di quello che sta succedendo, hai molte meno possibilità e probabilità di dissipare energia. Questo vuol dire conservarla per usarla nei momenti in cui viene richiesta e non dissiparla senza accorgertene nei momenti in cui va mantenuta e non consumata.

Sono fiera e onorata di essere insegnante certificata Iyengar Yoga, perché per esserlo si deve vivere un tirocinio molto duro, molto serio. Iyengar è stato un grande esempio di semplicità e di autenticità. Chi ha avuto come me la fortuna di entrare nel suo mondo è essere formato secondo le sue direttive.
La riserva continua di energia è utile sia come prevenzione per gli infortuni che per l’osservazione dei piccoli infortuni che si diffondono quando uno comincia a correre e che poi si porta dietro per tutta una vita di podista fino a portare molte persone a smettere di correre che è invece la cosa più naturale più bella che ci sia.