Ciao, sono Piero Vivarelli, insegnante di Anusara yoga e sono molto felice di essere parte di questo progetto.
Mi sono avvicinato allo yoga attraverso la mia donna che ormai oltre vent’anni fa mi ha introdotto al suo maestro spirituale e mi ha incuriosito.
Un giorno lei tornava dall’India e io le chiesi: “Ma scusa, com’è questa storia della meditazione? Cosa bisogna fare?” e lei, molto semplicemente, mi disse: “Siediti, ripeti questo mantra e vedi cosa succede”.

Da quel giorno è iniziata la mia esperienza yoga. Ho iniziato a meditare tutte le mattine e da lì ha preso il via il mio corso.
Ho scoperto l’Anusara nell’orbita del mio maestro spirituale. C’è stato un certo periodo in cui John Friend, il fondatore dell’Anusara Yoga, seguiva lo stesso mio maestro e quindi ci siamo conosciuti.Da lì ho iniziato a praticare con lui, a conoscere la tecnica da usare. Ho iniziato a studiare con lui in modo molto assiduo fino a far diventare l’Anusara la mia pratica, sia come studente che come insegnante.
L’Anusara è fondamentalmente una metodologia, una tecnica. Identifica un indirizzo, un modo per praticare l’hatha yoga, così come tanti altri modi.

Io amo e pratico yoga. Diversi aspetti, diverse tecniche, diverse pratiche.
C’è la pratica degli asana, la pratica della meditazione, la recitazione dei mantra, lo studio delle Scritture che è un mondo enorme. L’Anusara è una scuola che aiuta, attraverso un raffinato sistema di principio universale di allineamento, a scegliere e definire, ad esempio, una struttura della pratica che prevede una sequenza di posture di Asana, l’uso del respiro e tecniche di pranayama, la meditazione. Nell’ambito dell’Anusara c’è una metodologia che fa sì che pur nella creatività – sia di chi pratica che dell’insegnante – una cosa, un elemento, si sussegua ad un altro non in modo casuale ma secondo una logica ben precisa. All’interno di questa logica, attraverso il metodo di Anusara, si può esprime un’enorme creatività.
Sicuramente c’è stato l’amore per la pratica dello yoga e un senso di profonda gratitudine per tutto ciò che a me lo yoga ha dato e continua a dare. Queste credo che siano le motivazioni principali che mi hanno portato poi a scegliere di insegnarlo, cercando di condividere la stessa “grazia” che io avevo ricevuto dagli altri.

Lo yoga è la mia vita, è la ricerca continua (o se volete, il desiderio continuo) di aumentare la mia consapevolezza, di comprendere chi sono prima di tutto, chi sono in relazione al mondo esteriore, chi sono in relazione all’assoluto e, in ultimo, è il desiderio di conoscere e sperimentare quello che poi le scritture dello Yoga affermano cioè, che dentro di noi esiste un oceano infinito di conoscenza, di beatitudine, di gioia, di assoluta libertà interiore.