Inspire è un’associazione no-profit che vuol fare la differenza diffondendo informazioni per poter vivere con uno stile di vita sostenibile. Il suo scopo è quello di aiutare le aziende e le persone a compiere scelte consapevoli per arrivare ad una vita a “zero sprechi”. Un progetto ambizioso che ci piace tantissimo!
Per riuscirci, porta avanti un progetto educativo nelle scuole e per sostenere questa attività, raccoglie donazioni in vari modi. Uno di questi è l’organizzazione di un evento di arrampicata sportiva a Roma per la quale ci hanno coinvolto.
Oltre a consigliarvi di partecipare e aiutare i ragazzi dell’associazione a diffondere questa iniziativa, vogliamo condividere con voi una breve intervista che abbiamo fatto ad Alice Bellini, una delle fondatrici di Inspire.
Come nasce il vostro progetto? Inspire nasce a Roma nel 2017 da un gruppo di giovani donne. È andata in modo molto naturale, in tutti i sensi. A forza di frequentare sentieri di montagna, falesie e spiagge – e anche grazie alla pratica dello yoga e della meditazione, funzionali a sviluppare la consapevolezza necessaria per vivere in modo più sostenibile – è venuto spontaneo voler fare di più per aiutare quello stesso ambiente che ci permetteva di fare esperienze così belle e ricche di significato. Così abbiamo creato Inspire, con l’intento di diffondere pratiche concrete e facilmente attuabili per uno stile di vita Zero Waste. Se, infatti, da un lato portavamo avanti azioni di clean up, dall’altro era chiaro che la soluzione andava cercata alla fonte: quindi smettere di produrre così tanti rifiuti e smettere di sprecare. Siccome crediamo che l’educazione sia la base per un cambiamento reale e duraturo, è venuta altrettanto naturale l’ideazione del nostro progetto educativo, ReFRESH, per insegnare queste pratiche anche nelle scuole.
Ci sono dei numeri che vuoi condividere con noi per aiutarci a capire cosa significherebbe vivere davvero a zero sprechi in Italia? Ti faccio esempi semplici: usare una borraccia significa risparmiare la produzione di più di 800 bottiglie usa-e-getta pro capite. Quella della Fast Fashion, fondata sull’overconsumption, è la seconda industria più inquinante al mondo; basti pensare che ci vogliono 2700 litri d’acqua per produrre una maglietta e più di 3700 per un paio di jeans. Se tutti vivessimo come i cittadini italiani, finiremmo le risorse che dovrebbero bastarci per tutto l’anno entro Maggio e ci servirebbero circa 2 pianeti e mezzo all’anno per sopravvivere.
Purtroppo non so quantificare esattamente quanti soldi risparmieremmo ogni giorno se acquisissimo uno stile di vita più sostenibile e smettessimo di acquistare beni che non ci servono ma posso garantire per esperienza che sono davvero tanti.

Quanto conta la creazione della connessione con la natura per diffondere uno stile di vita sostenibile? Direi che è fondamentale, principalmente per due ragioni. La prima è che amiamo e proteggiamo quello che conosciamo, quindi più ci rapportiamo alla natura, più la conosciamo, più ce ne innamoriamo, più cresce la voglia di proteggerla. Poi perché noi SIAMO natura. Quindi stare in ambiente non-antropizzato ci aiuta a sentire (a livello proprio fisiologico e sensoriale) che siamo parte di quella natura e che prendercene cura significa prendersi cura anche di noi stessi. Come facciamo a prendercene cura? Con uno stile di vita più sostenibile. Quindi più natura, più voglia di proteggerla, più voglia di vivere in determinati modi per farlo.
Ci sarebbe anche tantissima letteratura scientifica che dimostra l’effetto benefico della natura sul nostro cervello e sul nostro corpo con cui corroborare la mia posizione, ma ci vorrebbe un’infinità di tempo!

Una persona alla volta, un passo dopo l’altro, quanto tempo occorre per riuscire a cambiare il nostro stile di vita? Ti direi tutta la vita! Per il semplice fatto che nessuno di noi è perfetto e mai lo sarà. Ma il punto non è fare lo Zero Waste perfettamente – o non farlo affatto. Il punto è scoprire ogni giorno quali sono le abitudini che possiamo cambiare e concentrarci su quelle. Perché poi, messe tutte insieme, giorno dopo giorno, persona dopo persona, abitudine dopo abitudine, l’impatto è gigantesco.
Ci parli del progetto ReFresh? Come vengono accolte dai bambini le attività che proponete? ReFRESH è il nostro progetto educativo che vuole insegnare pratiche di vita più sostenibile e consapevole nelle scuole di ogni livello. Lo facciamo attraverso laboratori interattivi, pratiche contemplative di yoga e mindfulness, e possibilmente portando i partecipanti in natura (quindi trekking, arrampicata, clean up, etc).
È davvero stupendo vedere come i partecipanti non solo sono apertissimi agli insegnamenti che proponiamo, ma sono davvero motivati a metterli in pratica, perché ne comprendono l’importanza. Le nuove generazioni si dimostrano ancora una volta coinvolte e impegnate in prima linea nell’attuazione di uno stile di vita più sostenibile. Poi è bello vedere anche come le famiglie vengano coinvolte e si attivi un vero e proprio effetto domino.

Il prossimo evento? Innanzi tutto, vi aspettiamo il 2 Marzo alla Rambla Vertical a Roma per Uniti per Inspire, il festone di arrampicata a sostegno del progetto ReFRESH. E poi vi aspettiamo anche l’11 febbraio, il 10 marzo, il 7 aprile e il 19 maggio per degli incontri di Yoga e Workshop Zero Waste, sempre a Roma presso l’impianto sportivo Fulvio Bernardini. Ci vediamo lì?