A cura di Elisa Annovi
Qualche tempo fa, in un testo illuminante, lessi l’accostamento tra corpo umano ed edifici. Lo condivisi fin da subito, avendo notato da tempo che ristrutturare un luogo significa avere a che fare con un individuo complesso, con le sue peculiarità e fragilità. Metafora per metafora allora, pensiamo alle parti di cui è composto un edificio paragonandolo ad una persona e iniziamo a riflettere sulla pelle.
La pelle in termini tecnici è l’involucro entro cui facciamo yoga.


Ti è mai capitato di avere freddo durante shavasana o durante la meditazione?
Quando pratichiamo a casa spesso basta evitare di stare troppo vicino alle finestre e magari stendere sotto il tappetino una coperta spessa o un tappeto se il pavimento è molto freddo!
Per quanto riguarda lo yoga studio a volte mi viene chiesto quale è la temperatura di comfort per fare yoga, la risposta è che non ce n’è una sempre corretta dipende dall’impianto di riscaldamento, da quanto è vetrata una stanza e se le pareti o il pavimento sono isolate oppure no, quindi dalla loro esposizione (nord/sud).
Diciamo che realizzare una stanza in cui praticano tante persone che abbia un buon comfort non è così banale ma è sempre possibile, il tipo di intervento giusto da fare è spesso diverso da situazione a situazione.
Spesso un intervento che si mette a budget quando si inizia a rinnovare un locale per farci uno studio di yoga è quello relativo al pavimento.
Che sia in legno, in resina, in terra, in calce o altro, di certo aiuta molto mettere l’isolante prima di esso.
Nel caso in cui lo spazio sia a piano terra la necessità è principalmente termica.
Il pavimento, in inverno, può non scaldarsi mai ed essere poco confortevole; in estate può avere il problema opposto, soprattutto se ci sono pareti non protette dal sole e se il pavimento ha molta massa (cemento, ceramica, ecc), dando l’impressione di irraggiare calore.
In questo caso si può ricorrere a svariati tipi di isolanti, naturali e non con diverse proprietà da scegliere in base alla struttura esistente.

Se lo studio si trova ai piani superiori, oltre alla parte termica può subentrare l’acustica. In questo caso, utilizzare una fibra ad alta densità (fibra di legno ad esempio) può essere d’aiuto a limitare il suono, a scaldare e a tenere fresco il pavimento.
Questo comporta un gradino di ingresso allo spazio e comporta il fatto di dover scegliere uno spazio con un’altezza maggiore di 3 metri.
D’altra parte il fatto di isolare a terra ci permette, qualora ce ne sia la necessità, di modificare qualche impianto facendo passare i corrugati elettrici o i tubi di alimentazione di radiatori, tubi per riscaldamento a pavimento o altro in uno dei due strati di coibente.
Anche le finestre o vetrate fanno parte della pelle, ma spesso la loro sostituzione è eccessivamente costosa. Si possono allora trovare delle soluzioni intermedie.
Ad esempio, si possono fare arredi amovibili, che servono a coprire l’isolamento.
Oltre al pavimento e alle finestre, la pelle dell’edificio è composta anche dalle pareti.
A volte capita che servano interventi per modificare gli impianti in base alle proprie esigenze. In questo caso, piuttosto che fare spacchi e richiudere, si può fare tutta una parete attrezzata e isolarla su più strati assicurando così un minimo di isolamento ovunque.
I materiali da poter utilizzare sono tanti, a partire da quelli naturali a base di silicati di calcio, che aiutano anche a regolare l’umidità in ambiente, fino ad arrivare a materassini morbidi di canapa, o canapa mischiata a calce, ma anche altri più economici o riciclati come la cellulosa in fiocchi o in pannelli.


Se ci troviamo all’ultimo piano, e sopra di noi c’è solo il tetto, possiamo isolare anche il soffitto per evitare di spendere troppa energia e denaro in futuro. Nel caso in cui ci siano vicini eccessivamente rumorosi al piano di sopra possiamo capire come risolvere le necessità acustiche ed avere un ambiente più silenzioso.
Tutte queste lavorazioni possono essere svolte da ditte specializzate ma anche eseguite in auto-costruzione affiancati da impiantisti competenti e da qualche dritta sui materiali da scegliere per ogni situazione.
Lo spazio dello yoga e della meditazione è già di per sé un luogo di grande benessere, aumentando il comfort dell’area in cui pratichiamo l’esperienza sarà ulteriormente rilassante e profonda.
L’esperienza di rilassarsi in un ambiente isolato è da provare. Usando materiali naturali per pareti e soffitto, si prova la sensazione di essere avvolti in un guscio caldo e protettivo, perché tutte le superfici sono alla stessa temperatura e quindi non si innescano movimenti d’aria.
Per chiudere vi consiglio di soggiornare in un hotel a basso consumo e la sensazione di cui parlo è da provare sulla pelle per comprenderne il valore. D’altra parte fare esperienza è un concetto ben conosciuto agli yogi, se vi va fateci sapere come sono andate le vostre esperienze.
Namasté
Per maggiori info: www.elisaannoviarchitetto.com
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