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L’armonia dei colori

a cura di Elisa Annovi

L’autunno è la stagione in cui i nostri occhi vengono stimolati a soffermarsi più tempo possibile sui colori spettacolari che la natura generosa ci offre.

colori bosco autunno
colori della natura

Viene spontaneo fermarsi e cercare di capire che importanza hanno i colori nella nostra vita quotidiana e quali sono le regole armoniche per poterli scegliere e utilizzare.

Per farlo è necessario scoprirne la storia, che ci indica la nostra abitudine percettiva al colore. La storia occidentale e orientale anche in questo caso ha origini e approcci un pò diversi. Partendo dalle tradizioni più vicine a noi, nel bacino del mediterraneo i primi ad usare il colore con attenzione al suo significato sono stati gli Egizi.

Il loro riferimento era Toth, Dio della sapienza, della magia, della scrittura, della luna, della misura del tempo, della matematica e della geometria. Già questo ci indica che per giungere all’armonia è utile saper comprendere, e in qualche modo utilizzare, tutte queste conoscenze.

il colore nella cultura egizia

Nella vasta cultura egizia, nei geroglifici ad esempio, il colore rappresentava la sostanza reale di cui erano composte le cose ma poteva rappresentare anche l’essenza più sottile o la disposizione di quella sostanza. Per fare degli esempi, un Dio veniva disegnato come fatto di carne blu per dimostrare il collegamento del suo spirito al Cosmo; in verde se richiamava la vegetazione o il mondo dell’al di là. Un uso simile del colore è presente anche nell’iconografia medievale, lo riconosciamo negli affreschi e anche nel linguaggio dei tarocchi, ad ogni colore è legato un significato.

I colori di base degli egiziani erano tre: nero, rosso e bianco. Per i conoscitori di alchimia è presto fatto il collegamento con le fasi alchemiche di trasformazione (nigredo, rubedo, albedo).

palette colori iwen

Colore in egizio si dice Iwen e partendo da questi tre colori si sviluppò un intero sistema di colori (colori Iwen). Guardandoli possiamo osservare quanti toni riconosciamo come parte del nostro bagaglio, quasi come fossero dentro le nostre cellule. I greci, da Aristotele in poi, fecero una grande semplificazione dell’uso del colore e trattarono principalmente due colori: il bianco simbolo del fuoco, della luce e del calore il nero simbolo dell’acqua, dell’oscurità e del freddo.

Questa semplificazione che ha portato verso due polarità, bianco e nero, ha avuto una ricaduta diretta sulla nostra cultura che ancora distingue in maniera netta i colori Spenti (oscuri) e i colori luminosi. La tradizione vuole che nei paesi influenzati direttamente dalla cultura greca nel pensare e nel percepire, vengano usati per la “struttura” degli spazi i colori spenti, mentre per mobilio tessile e altri dettagli, i toni più luminosi. Più ci si sposta verso nord (paesi nordici, Giappone) e più scopriamo che i colori sono spenti anche nel decoro e nei dettagli. Viceversa, più ci si sposta verso sud (Africa/Sud America), più saranno luminosi anche nella struttura.

colori dei fiori

Se pensiamo al mondo naturale è un po’ così, in un bosco alle nostre latitudini i ciclamini fucsia sono un decoro, il bosco è composto da una serie di verdi più o meno luminosi e più o meno spenti.

Nella foresta amazzonica anche gli animali hanno colori sgargianti così come i fiori e i frutti. Quindi, come prima cosa è giusto comprendere che i nostri occhi leggono come rilassanti o stimolanti i toni luminosi o spenti a seconda della cultura in cui siamo cresciuti. Per noi italiani generalmente la struttura è spenta e il decoro e brillante.

Ora una seconda precisazione sul perché la nostra storia evolutiva definisce il come percepiamo i colori.

Pensiamo ad avvenimenti piuttosto recenti come l’avvento della tecnologia (1800 circa), all’introduzione dei colori chimici che ha permesso l’uso di toni fino a poco fa impensabili (un tempo i colori erano preparati con minerali, terre e ossidi che non permettevano una varietà ampia come quella di oggi). Questo sviluppo ha di fatto alterato i riferimenti a cui i nostri occhi si sono abituati fino alla generazione prima dei nostri nonni.

Oggi, ad esempio, quando parliamo di giallo intendiamo un giallo primario (alla Mondrian) mentre fino a 100 anni fa si intendeva un oro, colore del sole, ( fatto con la polvere d’oro o dell’orpimento minerale meno pregiato avente ugual colore), il giallo chiaro (zolfo) era poco utilizzato anche perché spesso aveva un significato negativo, la veste di giuda traditore era gialla.

Così accade che oggi andando a comprare colori per tinteggiare qualsiasi cosa, i colori di base (quadricromia) non sono più le terre e i minerali ma colori chimici molto più brillanti e molto meno naturali.

I nostri occhi osservano volentieri tutti i colori in arte, grafica, sul web ma il nostro corpo in realtà percepisce come armonici e riposanti solo quelli che somigliano ai colori presenti in natura.

fiori gialli
arredo giallo ocra

Ecco allora che per la nostra abitudine il giallo fluo è molto interessante ma per una parete di casa l’ocra è più rilassante. Così la prima domanda da farci è: questo colore che sto valutando per dipingere casa ha un aspetto “naturale” potrei trovarlo in natura nelle rocce e nei vegetali?

Se la risposta è no, è importante essere coscienti che vivremo con un punto esclamativo alle pareti, qualcosa che anche inconsciamente richiamerà sempre la nostra attenzione ne saremo stimolati e non rilassati. Nel prossimo approfondimento vedremo i suggerimenti del Vastu a proposito di colori.

Nel frattempo guardiamoci attorno; gli oggetti che abbiamo intorno sono del colore giusto? Qualcosa ci disturba? Proviamo a fare cambiamenti a spostare, nascondere, cambiare. Inizia il periodo in cui passiamo più tempo in casa possiamo iniziare a decidere cosa ci accompagnerà durante l’inverno e cosa no.

Namastè

coperte colori autunno
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