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Lo yoga ‘beyond’: oltre gli asana, al di là del materassino, nella vita quotidiana.

a cura di Giulia Bazzanella

Ciao! mi chiamo Giulia Bazzanella e, grazie allo Yoga, mi sono ritrovata…
Quando iniziai a praticare ero persa in me stessa. Vivevo a Londra e credevo che il mio sogno fosse quello di trovare un lavoro nel campo dell’arte contemporanea, per il quale avevo studiato Filosofia Estetica e un master in Teorie dell’Arte Contemporanea.
Quello che credevo fosse il sogno della mia vita si rivelò presto in una fonte di sofferenza. Mi ritrovavo a dover passare gran parte del mio tempo di fronte allo schermo di un computer, revisionando documenti Excel con cifre numeriche gigantesche… i prezzi dell’arte.
Pensavo: come sono finita qui? Ma sopratutto: come ne uscirò?
Iniziai ad avere seri problemi con il mio sistema digerente, che è stato scoperto essere il nostro secondo cervello, dove processiamo il mondo esterno, emozioni, traumi profondi.

Mi avevano diagnosticato la fatidica ‘sindrome dell’intestino irritabile’, una condizione estremamente diffusa nella nostra società ma che ha ancora un alone di mistero per quanto riguarda cause e soprattutto possibili cure.

Ecco, lo yoga mi venne in aiuto.
Attraverso la pratica di asana, posizioni del corpo, riuscii sempre più ad entrare in contatto con il mio intestino, capendo come funzionava, quali cibi e abitudini rendevano la situazione migliore o peggiore, insomma facendo pace con le mie viscere.
Può sembrare strano pensare che il corpo che abitiamo molto spesso ci è estraneo. Viviamo come imprigionati in questo meraviglioso involucro che funziona esattamente come deve: ci manda segnali sotto forma di fastidio, dolore, sintomi vari, nei momenti in cui lo stiamo ignorando per dedicarci ad altro.
Il mio mal di pancia iniziò a migliorare grazie al Pranayama, le pratiche di respirazione, Dharana e Dhyana, concentrazione e meditazione, indicate a calmare la mente (chitta vritti nirodaha) e quindi anche le emozioni che facevano a guerra nella mia pancia.
Questa scoperta mi portò in India, la mia curiosità voleva andare a fondo. Andai a Rishikesh e mi fermai per dieci giorni in un Ashram dove iniziò la mia passione per la pratica tradizionale di ciò che nel mondo occidentale tendiamo a semplificare: Asthanga Yoga.

Letteralmente Ashtanga significa ‘delle otto facce’. Da non confondere con la pratica asana resa famosa da Sri Pattabhi Jois.

La teoria dell’ Asthanga Yoga si trova nel libro Yoga Sutra di Patanjali, che non mi metterò ad analizzare in questo articolo, anche se ci sarebbe da dire molto a riguardo!
Brevemente e semplicemente, chiarifica come lo yoga non sia una pratica di uso consapevole del corpo, del respiro e della mente, ma anche e prima di tutto, un approccio alla vita.
Yama e Niyama sono le prime due delle otto facce dello Yoga. Yama sta per etica, azioni verso gli altri; Niyama invece è la morale, le azioni verso noi stessi.
Dopodiché si trovano i famosi Asana, Pranayama, che già conosciamo. Prima di Dharana e Dhyana troviamo Pratyahara, il digiuno dei sensi, e si conclude con Samadhi, che rappresenta la più alta autocoscienza, l’illuminazione.

Sapere che dietro quelle lezioni di Vinyasa Flow che mi avevano fatto così tanto bene a Londra c’era dietro una metodologia di pensiero e di azione, mi apri un orizzonte nuovo.

giulia bazzanella - yoga beyond

Tale pratica è sì ben teorizzata dagli Yoga Sutra ma non solo, sono molti i libri teorici nella filosofia orientale che danno un aiuto pratico all’individuo nel suo vivere quotidiano, includendo senza dubbio quelli riguardanti le pratiche Buddhiste che trovo essere molto vicine alla disciplina yogica.
Mi accorsi che avevo studiato filosofia per anni senza mai aver potuto metterla in pratica, perché la filosofia occidentale perde troppo spesso il contatto con la realtà diventando pura astrazione, sublime certo, ma di poco aiuto ai nostri banali e bassi bisogni.

E così, anni dopo, mi trovo ad avere l’onore di tramandare questa filosofia di vita, questo enorme bacino di conoscenza a volte anche contrastanti che è diventato lo Yoga.
Mi rendo purtoppo conto però spesso che ci si dimentica di Yama e Niyama per seguire un sogno di perfezione nella pratica fisica che, secondo me, si allontana da ciò che rende lo Yoga la salvezza per la nostra società.
Una spiritualità laica, basata sul rispetto e la compassione, sull’ascolto e la condivisione… sull’amore, questa energia universale che è fonte di gioia e progresso.

È questo che cerco di condividere con i miei praticanti, questi esseri umani per i quali provo un affetto più grande dell’affetto che provo per lo Yoga occidentalizzato e semplificato, che a volte mi sembra pieno di contraddizioni e dogmi.

giulia bazzanella - yoga beyond

È questo anche che cerco di mettere in pratica con la mia seconda professione, quella di gestione, insieme a mia sorella Sofia, di un piccolo bed & breakfast.
Prodotti a km 0 e biologici per colazione, attenzione e cura ad ogni persona che decide di stare con noi e che quindi porta a Le Scuderie il suo mondo.

Abbiamo aperto la nostra porta rossa da pochi mesi ma già adesso posso dire che è un grande onore per me poter ospitare e coccolare ogni cliente in questo angolo di paradiso dove ho deciso di tornare a vivere dopo l’esperienza a Londra: Arco, in provincia di Trento, una cittadina poco distante dal lago di Garda, dove tutto è verde, dove le montagne sono ricoperte da alberi di ulivo e dove si praticano tutti gli sport outdoor possibili.

A Le Scuderie b&b organizzo lezioni di yoga, seminari e ritiri, tutti molto intimi dato che lo spazio è limitato… meglio così, poiché mi piace seguire ognuno con attenzione.
Ed è proprio questo Yoga per me: unione con il prossimo, cura, presenza.

Grazie per l’attenzione belle anime, e se vorrete venire a trovarmi ad Arco, sarò lì a cuore aperto ad accogliervi!

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2 Commenti

Francesco
Rispondi

Bella la tua storia, grazie per averla condivisa.
Francesco

    Giulia

    Grazie a te Francesco per averla letta!
    Un abbraccio dal Trentino!

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