Ciao, mi chiamo Tyler e insegno Kundalini Yoga, secondo il metodo di Yogi Bhajan.
Ho iniziato quando avevo 17 anni, per curiosità: il mio ex insegnante di chitarra praticava yoga e in quel periodo mi vedeva un po’ stressato, quindi mi ha detto “Perché non provi?”
A me sembrava un’idea strana e bizzarra, però mi sono deciso a provare: la cosa stupenda è stata che, già subito dopo la prima lezione, ho sentito immediatamente un’enorme leggerezza, come se avessi le ali ai piedi… mi sembrava di camminare a 4 metri da terra!
Così è nato il mio grande amore per questa pratica!

Potevo muovermi, potevo respirare e abbinare il respiro al movimento: questo mi dava una sensazione di piacere costante e un senso di grande espansione.
Questi sono stati alcuni degli ingredienti che mi hanno portato a continuare a praticare… e poi è stato un percorso di una vita, perché adesso ho 42 anni e ancora pratico e insegno.
In questi anni la percezione di questa esperienza è cambiata molto: inizialmente era piacere nella mente e senso di leggerezza, poi è stato un poter scoprire che era possibile muovermi nel corpo con i miei ritmi, che era possibile auto regolarmi.
Se volevo andare velocemente potevo farlo, se volevo andare lentamente potevo farlo e questa per me era una grande novità, perché venivo da anni di esperienza nelle discipline sportive pre-agonistiche e agonistiche dove c’era tanta performance e dove i ritmi erano scanditi dal maestro di turno. Questo mi creava una grande frustrazione interiore, perché in alcuni momenti avrei preferito rallentare, respirare di più, intuivo che avevo un ritmo interiore diverso… ma pensavo di essere sbagliato e di avere qualcosa che non andava bene!
Facendo yoga ho scoperto che è possibile avere un proprio ritmo, sentirsi, ascoltarsi e soprattutto autoregolarsi.

La mia lezione di yoga è una lezione che rispetta completamente i tempi e la cronologia (quello che noi chiamiamo il Kriya ovvero la logica con cui andiamo ad insegnare un esercizio dopo l’altro) dati dalla scuola di Yogi Bhajan.
L’unica cosa diversa che faccio è dare molta attenzione ai tempi di riscaldamento prima della lezione ed ai tempi di rilassamento guidato alla fine della lezione.
Il momento di riscaldamento è quello in cui il praticante atterra all’interno del corpo, per cui è importante che si diano i tempi giusti per essere veramente “presenti” alla lezione. A volte arriviamo con il corpo a lezione ma con la mente siamo ancora attaccati a quello che abbiamo fatto al lavoro, a ciò che ci hanno detto 2 minuti prima di entrare e a quello che abbiamo fatto addirittura giorni prima, per cui abbiamo bisogno di un tempo in cui possiamo muoverci in modo lento, dolce e graduale, per sentire di nuovo che c’è un corpo fisico, per poterlo abitare.
In questo momento della mia vita pratico perché mi dà una grande carica, mi permette di staccarmi dal flusso di pensieri stressante che spesso coinvolge tutti, anche noi insegnanti di yoga.

Quello che a me piace di più dell’insegnamento è il rapporto umano: insegnare Yoga non significa solo trasmettere una sorta di ginnastica per il corpo e per la mente: è importante avere una relazione con le persone, interpretare quel momento con delle chiavi di lettura che possano aiutare le persone a star meglio con loro stesse.
Non si tratta solo di trasmettere informazioni che hanno a che fare su come respirare, muoverci, stare in alcune posizioni, ma di interpretare la sensazione emotiva che c’è dietro a tutto questo.
Adoro quando si crea un senso di comunità intorno alla lezione e quando c’è la possibilità all’interno di quella comunità di conoscersi e e crescere insieme!