Ciao, mi chiamo Andrea Boni e sono un insegnante di meditazione.
Ho cominciato, perché i miei genitori erano interessati alla meditazione e interessati allo yoga e ho chiesto a mio padre di essere iniziato alla meditazione: avevo 13 anni.
Mio padre mi ha insegnato la disciplina e mi ha insegnato ad amare con entusiasmo la pratica.
Mia madre mi ha donato la dolcezza e la passione.
Dopo diversi anni, da quando io iniziai a meditare, conobbi il mio maestro di asana, John Friend. Cominciai a praticare anusara e attraverso i principi di allineamento, piano piano, ho imparato che la mia energia può muoversi stabilmente attraverso le diverse fasi della mia vita.
John Friend mi ha chiesto di insegnare, c’ho messo 5 anni per certificarmi. L’ho fatto dedicandomi completamente a quello che stavo facendo, come un servizio e ancora adesso per me l’insegnamento è questo servizio.

Per tanto tempo ho servito come assistente e poi come primo aiuto Michelangelo Antonioni. Quando venni preso dopo “L’Intervista” la moglie di Antonioni mi disse: “Sei in grado di poter dimenticare completamente quello che sei e servire semplicemente Michelangelo?”
Io ci pensai su e dissi: “Non lo so, non so se riuscirò mai a farlo ma quello che posso fare è provare a dedicarmi completamente a lui”. Così feci per tanti anni. Feci diversi film insieme a lui. Per lungo tempo divenni la sua voce. Questa pratica di stare in sintonia con lui completamente, mi ha insegnato che è molto importante nella pratica restare in sintonia senza proiettare quello che noi siamo, la nostra storia, il nostro passato, a restare esattamente presenti a ciò che siamo in quel momento. Quindi, tenere dentro di noi sia la parte bisognosa che ha bisogno di riconoscimento sia la parte saggia e tenere tutte e due queste parti in equilibrio fra di loro nello stesso identico momento.
Dopo l’esperienza con Antonioni, mi sono accorto che imparare ad ascoltare, imparare ad essere sensibili a quello che ti circonda e alla situazione che tu vivi in quel momento è un grande dono e quindi ho cominciato a dare istruzioni di meditazione per restare in contatto con le persone che abbiamo intorno.

Per poter davvero servire i tuoi studenti devi essere in grado di essere consapevole di quali sono i bisogni dei tuoi studenti in quel momento, anche durante la meditazione.
Per me è molto importante, perché la pratica meditativa è diversa per ognuno di noi. È diversa anche nelle diverse fasi della nostra vita. Paradossalmente è diversa di giorno in giorno, di momento in momento.
Io non credo che tutte le persone debbano meditare, io credo che tutte le persone debbano trovare la propria dimensione e il proprio rapporto con se stessi.
Possono farlo attraverso gli altri, attraverso il corpo fisico, possono farlo attraverso il silenzio e la meditazione, possono farlo attraverso la preghiera. La cosa importante è fare qualsiasi cosa rendendolo una pratica, avere chiara la motivazione per la quale facciamo quella cosa, perché la grande differenza tra una tecnica e una pratica sta nella motivazione che noi abbiamo.
Più la motivazione è intima, privata e personale, più riguarda il nostro vissuto e più essa ci porterà vicino alla conoscenza di noi stessi.
Quindi, la meditazione non è per tutti, la meditazione è per quelli che sentono che questa pratica ha un significato per loro, per gli altri. Ci sono altre cose e anzi, io vi spingo a cercare queste altre cose, cercare tutte le cose che in qualche modo si muovono verso il vostro cuore e, nel momento in cui le scegliete, sappiate il perché le che le state scegliendo.
