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In ascolto per l’energia

a cura di Christiane Piano

 

L’energia è ciò di cui ti accorgi quando smetti di parlare. Quando smetti di parlare, l’ascolto diventa possibile.  Ascoltiamo simultaneamente su molti livelli.  Un livello, naturalmente, è ascoltare le parole dette da un’altra persona.  Più in profondità, possiamo usare il nostro corpo per ascoltare le emozioni che stanno dietro alle parole.  E ancora più in profondità, possiamo sintonizzarci sul livello energetico.

Se accettiamo che una delle ragioni principali per cui pratichiamo lo yoga ha a che fare con il rapportarci in modo armonioso con la vita, allora l’essere consapevoli del nostro campo energetico ci rivelerà immediatamente e visceralmente dove sono i blocchi a questa armonia.

Durante la pratica delle asana il processo, di per sé, modificherà il nostro campo energetico spostando il suo movimento. Se il respiro è la nostra guida possiamo concentrare l’attenzione su specifici blocchi, invitando così un rilascio attraverso l’uso di bandha e pranayama. Più sviluppata sarà la nostra capacità di ascolto e maggiormente la pratica accrescerà la consapevolezza del movimento di energia attraverso il corpo. E’ un circolo virtuoso perfetto: il processo accresce la consapevolezza e la consapevolezza sostiene il processo.

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Inoltre, per chi sta leggendo questo articolo ed è insegnante di yoga, l’importanza di quanto detto sopra è che non si può lavorare con le persone fino a quando non si otterrà la loro attenzione.  E non si avrà la loro attenzione fino a quando non avranno la sensazione che tu senta dove si trovano, specialmente a livello energetico.  La tua energia ti introduce agli altri ancora prima di iniziare a parlare.  Per questo motivo chiunque sia seriamente interessato a sviluppare una pratica yoga o guidare gli altri nel farlo, dovrebbe mirare a coltivare l’abilità di ascoltare le varie sfumature di energia, sia le proprie sia degli altri.

A questo punto la prossima domanda scontata è: “Come si fa coltivare l’abilità di ascoltare l’energia?

In base alla mia esperienza personale inizia tutto dalla disponibilità di restare in silenzio.  Il silenzio a cui mi riferisco non è solamente l’assenza di rumore.  Non è il silenzio tra le parole bensì la quiete che c’è dietro.  Il silenzio è la quiete del cuore, il livello di quiete che può toccare il cuore di un’altra persona. 

Se il primo passo è smettere di parlare per essere in grado di ascoltare, allora il secondo passo è essere curiosi senza la necessità di una risposta immediata.  Quindi essere aperti non tanto al cercare la presenza energetica quanto a l’essere trovati da questa.  Alla fine bisogna ballare!

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Foto di: Mattia Vacca.

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