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Luglio – Mirtillo

Articolo a cura della Dott.ssa Natalia Realini di Nutrizione e Ricerca

Famiglia: Ericaceae

Nome scientifico: Vaccinium myrtillis, Vaccinium vitis-idaea, Vaccinium oxycoccus

Caratteristiche:

  • Buona fonte di vitamina C
  • Ricco in antocianine e proantocianidine

Proprietà nutrizionali per porzione (150g): 

Energia (kcal): 75
Acqua (g): 127,5
Grassi (g): 0,3
Carboidrati (g): 15,2
Fibre (g):4,7
Proteine (g): 1,4

Vitamine:
C (mg): 23
A (UI): 20

Il mirtillo è una specie nativa del nord America: veniva consumato dagli indiani d’America già migliaia di anni fa, sia come cibo che nella medicina tradizionale. I nativi americani usavano affumicare i mirtilli per preservarli durante la stagione invernale e vi era l’usanza di pestare le bacche dei mirtilli insieme a carne essiccata di bisonte o cervo per la preparazione di un piatto tipico chiamato “pemmican”, servito durante le cerimonie nuziali.

Arrivato in Europa dai coloni, oggi è coltivato nelle zone montane di Alpi ed Appennini, principalmente in Alto Adige ed alcune zone dell’Abruzzo. I mirtilli crescono su piccoli arbusti dell’altezza massima di 50cm, molto adattabili alle temperature, e maturano tra il mese di luglio ed agosto.

Esistono almeno 50 specie di mirtillo, tra cui il Vaccinium myrtillis, o mirtillo nero, ed il Vaccinium oxycoccus e Vaccinum vitis-idaea, o mirtillo rosso. Si tratta di frutti dal basso apporto calorico, con un buon contenuto di vitamina A e vitamina C, e dalle numerose proprietà nutrizionali, principalmente associate a molecole chiamate pro-antocianidine e antocianine.

Il mirtillo nero contiene infatti 15 differenti antocianine, tra cui cianidina, peonidina e delfinidina, responsabili sia della colorazione del mirtillo che delle sue proprietà nutrizionali [1]. Esistono numerose evidenze epidemiologiche riguardo un effetto cardioprotettivo, di miglioramento delle funzioni cerebrali e di regolazione della funzionalità metabolica [2]. Il consumo di mirtilli è inoltre associato a proprietà anti-infiammatorie ed immunoregolatorie, sia su breve che lungo termine [2].

Il mirtillo rosso è molto ricco di proantocianidine (PAC), tra cui la più abbondante è la epicatechina, legata in lunghe catene tramite speciali legami chiamati di “tipo A” (PAC-A) [3]. Le PAC sono presenti in altri frutti, come uva, mango, mela, ma con una struttura chimica differente (PAC-B). Il legame di tipo A è presente solo nel mirtillo rosso e sembra essere il responsabile dell’efficacia di questo frutto nella prevenzione e cura delle infezioni urinarie [3].

Le infezioni urinarie sono spesso causate dal batterio Escherichia coli, in grado di aderire alle pareti della vescica e delle vie urinarie grazie a ciglia presenti sulla sua superficie, moltiplicarsi e dare inizio all’infezione. Le PAC-A presenti nel mirtillo rosso impediscono l’adesione del batterio alle pareti delle vie urinarie, bloccando in questo modo l’inizio dell’infezione. Sebbene i trial clinici siano scarsi e di difficile interpretazione, il succo di mirtillo rosso sembra essere efficace nella protezione dalle infezioni e nel miglioramento della sintomatologia specialmente in donne con infezioni urinarie ricorrenti. Esistono inoltre studi scientifici che dimostrano un effetto benefico del succo di mirtillo rosso anche in bambini con infezioni urinarie ricorrenti. [3].

Curiosità

Anche le foglie dell’arbusto del mirtillo rosso possiedono un’azione antibatterica nei confronti dei batteri responsabili delle infezioni urinarie, grazie al loro contenuto di arbutina: metti 1g di foglie di mirtillo rosso in 100ml di acqua fredda, porta ad ebollizione, fai cuocere per 15 minuti, filtra ed assumi 2-3 cucchiai di decotto per 2-3 volte al giorno.

Fonti e approfondimenti:

·   [3] “Cranberries and Their Bioactive Constituents in Human Health“ Blumberg et al., 2013 doi:10.3945/an.113.004473

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